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La malattia della vergogna. Una notte da Venere, il resto della vita con Mercurio

Data: da 19/04/19 a 30/11/19

Orario

dal 19 aprile al 30 giugno 2019-prorogata al 30 novembre 2019
Da martedì a domenica ore 8.00-19.00
Chiuso lunedì

La biglietteria chiude 30 minuti prima

Informazioni

Intero: € 10,00
Valido per tre giorni dalla data di emissione e utilizzabile per visitare le sedi dell'EUR del Museo della civiltà
Biglietteria unica al Museo preistorico etnografico "Luigi Pigorini", piazza Guglielmo Marconi, 14 - Roma. Abilitata con pagamento POS.
 
Ridotto:
€ 2,00 (valido un giorno) cittadini di età compresa tra i 18 e i 25 anni compiuti della dell'Unione Europea

Contatti

Descrizione

Alla fine del '400 entra a pieno titolo nella storia dell'uomo una sconvolgente malattia, la sifilide. Essa segna lo spartiacque che chiude, col Tardo Medioevo e il Rinascimento, il mondo antico, per affacciarsi alla età moderna, ma si colora subito di elementi collegati alla condanna morale, rivolta preminentemente alla componente femminile.

Il messaggio che si prefigge questa iniziativa è duplice. Il primo è quello di evidenziare all'interno del Museo delle Civiltà un raccordo di contesti e atteggiamenti culturali tra il vecchio mondo e il nuovo mondo, il secondo quello di far notare che la sifilide, malattia a contagio sessuale (tutt'ora presente, ma curabile), è stata sostituita oggi nelle paure e nell’immaginario collettivo con processi analoghi dalla sindrome di immunodeficienza acquisita.

Nella mostra vengono esposte oltre un centinaio di oggetti, tra opere in ceramica, strumentario, riproduzioni artistiche e reperti umani, ripercorrendo una sintesi della storia di questa malattia, compresa un’interessante irrisione alla classe medica, colpevole di non saper fronteggiare adeguatamente l’epidemia, con l'esposizione di alcuni dipinti riconducibili alla commedia dell'arte.

Questa presentazione vorrebbe proporre un tema di riflessione nell'ambito della conoscenza ideologica e culturale della storia della salute dell'uomo, della sua antropologia medica, e soprattutto di quanto la donna abbia subito un’ingiusta discriminazione, prima bollata come causa immorale del flagello e poi rinchiusa per questo nelle carceri o all'interno delle mura delle case chiuse. Quante mogli e madri contagiate dai mariti che frequentavano le case di piacere, si trovavano per vergogna a non poter chiedere apertamente un soccorso medico per la paura dell’internamento?

Dopo l'unità d'Italia si assiste all’applicazione in tutto il Paese di severe leggi e regolamentazioni, nonché all’istituzione su scala nazionale dei sifilicomi, ospedali di scopo che configuravano una vera segregazione.

Occorrerà attendere la diffusione degli antibiotici e infine la legge Merlin, emanata il 2 febbraio del 1958 per ricondurre la legislazione verso un maggior rispetto della dignità femminile, anche se molte criticità sono ancora attuali. Strascico di questa eredità drammatica risulta oggi da una parte la sottovalutazione del pericolo delle malattie veneree e dall’altra la carica di vergogna e paura collegata all’Aids.

La mostra vuole essere il contributo del Museo delle Civiltà - MuCiv per enucleare i meccanismi antropologici della paura e della riprovazione sociale verso questo tipo di malattie e contemporaneamente per sottolineare i continui progressi della scienza medica, da cui bisogna attendere con fiducia le risposte adeguate.

 

Data di ultima verifica: 26/11/19 11:26
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