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ilmondoinfine: vivere tra le rovine

Data: da 13/12/18 a 23/01/19

Orario

13 dicembre 2018 — 23 gennaio 2019
Martedì-domenica ore 8.30-19.30
Chiuso lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio

Ultimo ingresso alle ore 18.45

Ospitato in

Indirizzi

Indirizzo: Viale delle Belle Arti, 131
Zona: Quartiere Pinciano (Roma centro)
Ingresso disabili: Via Antonio Gramsci, 71
Zona: Quartiere Pinciano (Roma centro)

Informazioni

Biglietto intero: € 10,00

Biglietto ridotto: € 5,00
– cittadini UE di età compresa tra i 18 e i 25 anni

Ridotto:
- cittadini di età compresa tra i 18 e i 25 anni compiuti della dell'Unione Europea

Gratuito:
- prima domenica del mese
- sotto i 18 anni (non compiuti) di ogni nazionalità
- Guide turistiche UE nell'esercizio della propria attività professionale
- Interpreti turistici UE nell'esercizio della propria attività professionale
- Dipendenti del Ministero per i Beni e le attività Culturali e Turismo
- Membri di ICOM (International Council of Museums)
- Membri di ICCROM (International organization for conservation of cultural heritage)
- Gruppi di studenti delle scuole pubbliche/private della UE accompagnati da un insegnante ogni 10 studenti, su prenotazione
- Docenti e studenti UE delle facoltà di Architettura, Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione, Archeologia, Storia dell'Arte, Accademie di Belle Arti, mediante esibizione del certificato d'iscrizione per l'anno accademico in corso.
- Studenti Socrates ed Erasmus delle sopraindicate discipline
- Docenti di Storia dell'Arte degli Istituti liceali
- Studenti di: Istituto Centrale del Restauro, Opificio delle Pietre Dure, Scuola per il Restauro del Mosaico
- Giornalisti con tesserino di iscrizione all'albo nazionale o di altro Paese
- Portatori di handicap ed un loro familiare o accompagnatore appartenente ai servizi di assistenza socio-sanitaria
- Operatori delle associazioni di volontariato che svolgano, in base alle convenzioni in essere stipulate con il Ministero, attività di promozione e diffusione della conoscenza dei beni
- Docenti sia di ruolo che a contratto a tempo determinato, delle scuole italiane pubbliche o private paritarie, previa presentazione del modello di certificazione scaricabile dal sito MIUR

Contatti

Telefono: 06 322981

Descrizione

Può una mostra aiutarci a riflettere sul collasso ambientale, l’esaurimento delle risorse, la crisi delle forme di vita occidentali e delle sue istituzioni e contribuire a ricollocare la nostra posizione di umani nei confronti del pianeta sul quale viviamo in un’epoca che per alcuni è diventata quella geologica dell’Antropocene?
La domanda è retorica: l’arte non è nuova alla denuncia delle crisi che il mondo attraversa.
Ma può una mostra aiutarci a pensare un presente e un futuro nel quale homo sapiens sapiens è chiamato, oltre che a rendere conto delle devastazioni delle quali è portatore, a ricollocare se stesso in relazione agli altri viventi? In un mondo nel quale dai vegetali si possono ricavare lezioni di etica e politica, osservare le soglie della vita e imparare a vedere il vivente anche dove il nostro sguardo proietta una materia inerte, pensare se stessi a partire dalle metamorfosi e dalla mescolanza piuttosto che dall’identità… In un mondo nel quale all’umano spetta di fare quanto ha sempre fatto ogni volta che un mondo, anche il suo, è giunto al termine: ricominciare sempre daccapo, oggi a partire da un’idea di natura nella quale la sua presenza può situarsi in continuità con quella degli altri viventi dello stesso pianeta.
Questa è la scommessa di una mostra che nel vivere tra le rovine vede un paradigma della condizione presente da rovesciare in un’occasione. Perché le rovine tra le quali viviamo sono sì quelle delle civiltà industriali e del saccheggio, della predazione di un capitalismo che lascia al proprio passaggio macerie e rifiuti, ma anche quelle tra le quali la vita ibrida di vegetali, animali e umani, torna ostinata a proliferare indicando le strade di altri mondi possibili. Perché da sempre la vita si dispiega tra le rovine dei mondi precedenti, in un processo continuo nel quale ciò che finisce è anche ciò che inizia.
Cogliere l’ambivalenza tra un mondo in fine e un mondo infine significa imparare a collocarsi sulla soglia della trasformazione continua, in un divenire nel quale non vi saranno ordini precedenti da ripristinare, condizioni mancanti da colmare, templi da ricostruire, e si smetterà di guardare al passato come a quell’integrità che il presente erode e al futuro come ciò che al presente manca.
Interrogare l’arte contemporanea e la sua capacità di stare su questa soglia, insieme alla presenza di oggetti provenienti da mondi in fine, significa tornare ad attribuire all’arte, tra tutte le tecniche umane, la capacità privilegiata di saper fare mondo.
Con le opere di: Emanuele Becheri, Chiara Bettazzi, Gigi Cifali, Felice Cimatti, Virginia Colwell, Rosetta S. Elkin, Christoph Keller, Fiamma Montezemolo, MP5, Pietro Ruffo, Gian Maria Tosatti, Massimiliano Turco, Franco Zagari.

Data di ultima verifica: 30/11/18 12:19
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