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Crossing - Roberto Giglio

Data: da 16/05/17 a 25/09/17

Orario

Dal 16 maggio al 25 settembre 2017
Su appuntamento

Inaugurazione su invito: lunedì 15 maggio alle ore 18.30

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Via del Corso, 440
Zona: Rione Colonna (Pantheon-Montecitorio-Barberini) (Roma centro)

Informazioni

Modalità di partecipazione: Ingresso libero

Contatti

Telefono: 06 81170186
Sito web: www.corso440.com

Descrizione

Prima personale dell’artista calabrese Roberto Giglio che espone oltre 35 opere, tra cui due di grande formato, realizzate in occasione di questa mostra che vuole fare il punto sul linguaggio emozionale dell’artista.

La mostra, a cura di Eleonora De Filippis, è parte di un progetto più ampio che prevede una serie d’incontri con l’artista e architetti e una performance site specific.
 
La pittura raffinata e intima di Roberto Giglio prende spunto dalle architetture, siano esse rinascimentali, barocche, razionaliste o contemporanee: scorci, linee, dettagli che l’artista, anch’egli formatosi come architetto, riesce a cogliere nella loro essenza e ad inserire in un’atmosfera vaporosa, talvolta onirica, sicuramente - di fatto - introspettiva.
 
Ecco che nel procedere Giglio focalizza la sua attenzione sul momento di passaggio, quello in cui l’immagine da reale diventa sempre più interiore raggiungendo - dal punto di vista formale - il limite dell’astrazione. Questo processo - sempre più centrale nella ricerca dell’artista - è il tema di questa mostra, che si propone di ascoltare queste opere e raccontare le sue emozioni attraverso un preciso percorso espositivo che si snoda attraverso le 6 sale a lui dedicate. Le opere hanno in comune un’atmosfera altra, architetture in attesa di costruirsi e disfarsi, segni sospesi, in bilico, tra elementi figurativi e immaginazione.
 
Nella sua produzione recente Giglio porta al limite il lento e meditato processo verso l’astrazione bloccandolo improvvisamente. Talvolta questo processo - racconta lo stesso artista – è impulsivo, automatico, talvolta è invece più sofferto, esitante. Giglio decostruisce la realtà ma non la abbandona mai del tutto perché – afferma – “offre ancora tanto, talvolta supera la fantasia”. Artista funambolo, Giglio, si espone sempre al pericolo, il “pericolo del dettaglio”, che abbandona solo dopo un lungo, complesso processo.  
 
Nel 2008 Giglio aveva cercato e fissato la luce nei volti delle donne e degli uomini della sua storia nel progetto a lui più caro dal titolo: “I Fantasmi di Badolato”, suo paese di origine, ora ricerca nelle architetture contemporanee di Roma, sua città adottiva, quella luce interiore, che è pur sempre una luce di memoria. “Edificio o persona che sia”– afferma Giglio – “il soggetto deve essere avvolto, accarezzato dalla luce e colto in quel preciso istante”.
 
Il progetto di mostra vuole creare un percorso ideale tra le architetture romane che, sebbene in modo diverso, hanno lasciato un segno nella memoria di Giglio: dall’imponente Colosseo quadrato, opera di Piacentini, protagonista di un momento saliente della storia dell’architettura della Capitale, al Gazometro, quale simbolo significante di archeologia industriale del quartiere Ostiense, agli assemblage di piccoli studi di architetture contemporanee oramai storicizzate, sedimentate, quali: le Vele di Mayer, il Maxxi di Zaha Hadid, l’Auditorium di Piano e il Santo Volto di Sartogo, fino a quelle di più recente realizzazione quali: il Ponte della musica dello Studio Buro Happold o la Nuvola di Fuksas. La terza sala ospita “La Centralità smarrita, una grande opera su Piazza del Popolo dai toni ocra e oro. Un dettaglio delle “Arboree sculture” della Moschea di Portoghesi è invece il protagonista della sala successiva. Il percorso si chiude idealmente con la grande opera  - anch’essa realizzata per questo spazio - dedicata al Museo dell’Ara Pacis di Meyer con lo scorcio della facciata neoclassica della Chiesa di San Rocco.  
 
Suoi maestri: l’acquarellista spagnolo Pedro Cano e il pittore americano Edward Hopper. Dal primo prende la sapienza e la raffinatezza del tocco, dal secondo l’abilità nel cogliere l’essenza della luce. Ed è proprio attraversando esperienze, studi, atmosfere con sapienza e onestà pittorica che Giglio raggiunge l’essenza del suo raffinato linguaggio pittorico.

Nota biografica
Roberto Giglio nasce a Badolato, in Calabria, e inizia a dipingere sotto la guida del padre. Nel 1986 è a Roma dove frequenta la facoltà di Architettura, laureandosi con una tesi in scenografia. Durante gli studi universitari, avviene l’incontro con il pittore spagnolo Pedro Cano che diventerà suo maestro, e sarà fondamentale per la maturazione della sua sigla artistica.

Dalla prima mostra del 2001 a Badolato, dopo varie esposizioni, arriva nel 2003 alla Collettiva romana per la Settimana Culturale (“Incontri di Cultura e Cinema”) nella quale ottiene il I premio (sezione Pittura). Nel 2006 viene selezionato come artista per il progetto “Dalla Terra” Giovani Artisti Laziali per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione FAO. È del 2008 la mostra-spettacolo “I Fantasmi di Badolato”, ensemble di poesia musica e pittura, nata dall’incontro con l’attrice e regista Caterina Mannello e presentata al Teatro Castalia di Roma. Nello stesso anno, realizza, come direttore artistico, il progetto “Ultimo Sud”, un evento artistico-culturale ambientato nel centro storico di Badolato. Nell’ambito della stessa manifestazione, espone al Palazzo comunale di Badolato. Nell’agosto 2009, espone nel medioevale borgo di Riace e partecipa alla Rassegna di Arti Visive e Teatro “Straniamenti”, presso l’ex Convento dei Minimi, nella città di Roccella Jonica. A ottobre 2009 è tra gli artisti selezionati per la Mostra Itinerante Milano e Roma “Art/chitetture e paesaggio urbano” al Caffè Letterario di Roma e partecipa a “Eventi di arte, cultura e musica...” presso Officina Culturale Via Libera a Roma. Nel 2010 espone all’Università di Cosenza e al Teatro Masciari di Catanzaro. Nel 2011, a Roma, presenta il ciclo “Roma luce e memoria”.

Nel 2012 viene selezionato per rappresentare la Calabria alla XII Biennale dell’Acquarello. Tra il 2012 e il 2015 realizza una serie di istallazioni-laboratorio che vedono protagonisti i bambini e i piccoli borghi calabresi, a rischio d’abbandono. 
Nel 2016 espone nel Palazzo Canova a Roma, in occasione dell’evento “PALAZZO CANOVA PORTE APERTE” durante il quale  tiene un laboratorio per bambini, ispirato al luogo e alle maschere dell’artista Luigi Ontani.

Data di ultima verifica: 09/05/17 16:48
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