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Porti Imperiali di Claudio e Traiano

Tipologia: Ville e aree archeologiche

Indirizzo

Indirizzo: Via Portuense, 2329
Zona: Suburbio Portuense (Roma ovest)
sotto il viadotto di Via dell’Aeroporto di Fiumicino

Contatti

Orario

Dal martedì alla domenica e i festivi:
dal 25 ottobre al 28 (o 29) febbraio: apertura ore 10.00; ultimo ingresso ore 15.30 con uscita ore 16.30;
dal 1° marzo al 31 marzo: apertura ore 8.30; ultimo ingresso ore 16.15 con uscita ore 17.15;
dal 1° aprile al 30 settembre: apertura ore 8.30; ultimo ingresso ore 18.00 con uscita ore 19.00
dal 1° ottobre al 24 ottobre: apertura ore 8.30; ultimo ingresso 17.30 con uscita 18.30.
Chiuso il lunedì e il 25 dicembre.

Aperture straordinarie: Lunedì 24 e martedì 25 aprile e lunedì 1° maggio 2023
Chiusure straordinarie: Martedì 11 aprile, mercoledì 26 aprile e martedì 2 maggio 2023

Per gli orari e le modalità di visita consultare il sito ufficiale.

 

Informazioni

Intero € 6.00
Ridotto € 2.00
Diritti di prenotazione € 2.00
Ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese.

Descrizione

Il porto di Claudio

Nel 42 d.C., per porre rimedio all’insabbiamento dello scalo fluviale di Ostia, l’imperatore Claudio iniziò la costruzione di un grande porto marittimo, collocato a nord della foce del Tevere. Il sistema portuale si articolava in un vasto bacino di circa 150 ettari, con due moli ricurvi e alcune banchine di attracco; il tutto era dominato da un grande faro a più piani, simile al celebre Faro di Alessandria. Il faro ostiense sorgeva probabilmente su un’isola artificiale che divideva l’accesso al porto in due bocche, la settentrionale e la meridionale. Terminato nel 64 d.C. sotto Nerone, il nuovo porto si affiancava a quello fluviale di Ostia e a quello marittimo di Pozzuoli, che dal II secolo a.C. avevano garantito l’approvvigionamento della città di Roma.

L’imponente infrastruttura assicurava il trasbordo delle merci in tutta sicurezza, passandole dalle navi onerarie adatte alla navigazione in mare aperto alle barche fluviali (naves caudicariae), costruite per risalire il Tevere fino a Roma.

Almeno due canali artificiali assicuravano il collegamento tra il porto di Claudio e il Tevere; l’imponenza delle strutture è testimoniata dalle fondazioni del molo settentrionale, ancor oggi visibili per una lunghezza di circa un chilometro alle spalle del Museo delle Navi. Sull’antica banchina settentrionale sono inoltre visibili alcune strutture funzionali pertinenti al porto, come la cd. Capitaneria, una cisterna e alcuni edifici termali (il complesso di Monte Giulio), tutte opere realizzate nel II secolo d.C.

L’insabbiamento progressivo rese il porto sempre meno funzionale e sicuro, tanto da spingere tra il 100 e il 112 d.C. alla costruzione di un nuovo bacino, il Porto di Traiano.

Il Porto di Traiano

Il Porto di Traiano fu progettato per riutilizzare il Faro e le banchine del porto di Claudio, che andarono a formare il bacino esterno del nuovo sistema portuale. Traiano fece aggiungere a queste strutture un bacino esagonale di 33 ettari, grandiosa opera ingegneristica che moltiplicava i punti d’attracco per le navi. Inoltre l’imperatore fece scavare vari canali tra i quali la Fossa Traiana, l’odierno canale di Fiumicino; queste vie d’acqua consentivano lo sfogo delle piene verso il mare, liberando Roma dal flagello delle inondazioni.

In breve tempo lo scalo superò per importanza Pozzuoli, anche grazie al collegamento diretto con Roma assicurato dalla via Portuense. Le costruzioni più importanti si concentrarono sul lato nord-ovest del bacino; qui sorsero i cd. Magazzini Severiani, grandi strutture di stoccaggio delle merci realizzate alla metà del II secolo d.C. e il cd. Palazzo Imperiale, un sontuoso edificio di rappresentanza che ospitava viaggiatori di alto rango. I Magazzini e il Palazzo Imperiale si affacciavano sul bacino esagonale; un altro grande complesso di magazzini, i cd Magazzini Traianei invece si sviluppava intorno alla Darsena, il bacino interno nel quale le merci venivano caricate su navi di piccolo tonnellaggio atte a risalire il Tevere.

Nel II e III secolo l’accresciuta importanza dello scalo portò alla nascita di un insediamento stabile, che nel 314 d.C. divenne ufficialmente città con il nome di Portus Romae.

Reso autonomo da Ostia e circondato di possenti mura, per alcuni secoli il centro fu ancora oggetto di cura da parte del potere centrale, interessato a mantenere in efficienza l’approvvigionamento della Capitale. In seguito all’avanzamento della linea di costa e alla mutata morfologia del territorio, l’area di Portus fu soggetta a un lento impaludamento, che portò tra Medioevo ed età moderna alla quasi totale colmatura del bacino portuale.

Oggi il mare si trova a circa tre chilometri dall’antico centro, stretto tra le infrastrutture dell'Aeroporto e i percorsi stradali moderni. L'area archeologica, importante anche dal punto di vista naturalistico, è attualmente divisa tra il Parco archeologico di Ostia Antica e la famiglia Sforza-Cesarini, proprietaria del bacino di Traiano.

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